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Stima delle portate di piena nei bacini montani

Questo studio si colloca come naturale prosecuzione di precedenti analisi finalizzate alla valutazione delle piene in Piemonte, svolte da De Michele e Rosso (2001) e Villani (2002).
Rispetto a tali precedenti studi si è potuto contare su una base di dati idrometrici  notevolmente incrementata, comprendente un totale di 157 stazioni idrometriche, di cui 114 con misure di portata al colmo di piena, per un totale di 3250 anni/stazione.  Per le 78 stazioni situate in Piemonte e Valle d’Aosta il numero complessivo di dati trattati (al colmo di piena) è risultato pari a 1826, quasi doppio rispetto a quelli disponibili in precedenza.

Sul piano metodologico, gli aspetti maggiormente significativi di questo studio sono:

  1. Sviluppo di metodi che consentono l’uso dei massimi delle portate medie giornaliere per la stima della piena indice e dei parametri della curva di crescita delle portete al colmo. La questione riveste particolare importanza in sezioni sotese da invasi artificiali, dove spesso mancano ricostruzioni dei valori al colmo di piena.
  2. Integrazione delle serie storiche con valori estremi occasionali, derivanti da misure non sistematiche (es. Rapporti di Evento o misure storiche reperite in archivio). L’uso di questi dati può consentire di ricostruire meglio la distribuzione di probabilità delle piene nella parte corrispondente ai tempi di ritorno più elevati.
  3. Nell’ambito del metodo indice, in cui la portata di periodo di ritorno T è data dal prodotto della piena indice Qind per la curva di crescita K(T), si sono approfondite diverse questioni:
  • Le grandezze caratteristiche della morfologia e climatologia dei bacini idrografici sono state codificate con appositi descrittori, determinati in gran numero per consentire l’uso di relazioni di regressione multipla senza fare ricorso a perimetrazioni  geografiche. Per i bacini considerati sono stati determinati 40 diversi parametri di natura morfologica e climatica.
  • La regionalizzazione delle curve di crescita è stata effettuata senza il ricorso a zone omogenee, per evitare brusche discontinuità della curva nel passaggio da una zona ad un’altra e minimizzare gli elementi di soggettività presenti nell’analisi. Si è pertanto ricercata una variabilità continua della curva di crescita nello spazio, in funzione dei valori assunti dai due L-coefficienti L-cv ed L-ca, stimabili tramite regressioni multiple sui descrittori di bacino. La scelta del modello probabilistico della curva di crescita viene effettuata solo a valle della stima degli L-coefficienti.
  • L’impiego di metodi aggiornati per la valutazione dell’incertezza di stima, basati sull’entità della varianza degli L-coefficienti, consente di utilizzare i dati eventualmente disponibili nella sezione di interesse almeno in qualche parte della procedura di stima regionale. Si dimostra, ad esempio, come la disponibilità anche di pochissimi anni di osservazione riduca in modo drastico l’incertezza di stima della piena indice.

Per agevolare l’applicazione della procedura sul sito www.idrologia.polito.it/piene sono scaricabili le cartografie necessarie alla determinazione dei parametri di bacino utilizzati nelle relazioni di stima.

Pierluigi Claps
Francesco Laio

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