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L’evento pluviometrico del 15 settembre 2022 nelle Marche è eccezionale?

Grazie ai dati del Centro Funzionale delle Marche ed ai dati ed alle elaborazioni svolte nell’ambito del lavoro di Dottorato di Ricerca di Paola Mazzoglio siamo in grado di commentare le caratteristiche di rarità dell’evento che ha sconvolto diversi centri urbani nel tratto alto del fiume Misa. Si tratta di un evento effettivamente di rarità estrema per il territorio italiano. Vediamo perché.

1 – Quali indicatori rappresentano efficacemente la rarità dell’evento?

L’evento pluviometrico è durato poco meno di dodici ore. Molto lungo per poterlo considerare un nubifragio “tradizionale”. È stato infatti più volte specificato che si tratta di una tipologia di “temporale autorigenerante”, finora visto praticamente sempre a ridosso del mare e talvolta (a torto o a ragione) denominato “Medicane”, una contrazione di “Mediterranean Hurricane”. I valori massimi misurati durante l’evento in diversi intervalli di tempo ci confermano la persistenza di forti intensità per molte ore, come si evince da Tabella 1.

Durata1 ora3 ore6 ore12 ore24 ore
Altezza massima registrata (mm)101.4256.6384419419
Intensità media nell’intervallo di ore (mm/h)101.485.564.034.917.5
Medie di lungo periodo (Cantiano)26.537.748.866.688.7
Tabella 1 – Valori pluviometrici massimi di evento osservati il 15/9 e medie degli estremi annui alla stazione di Cantiano (AN).

Con quali valori si devono confrontare questi dati per avere una misura della rarità?

È stato più volte richiamato il rapporto tra quanto è piovuto nella serata del 15 settembre e quanto piove in media in un anno in quella zona. Effettivamente il rapporto è molto significativo: a Cantiano in media piovono intorno ai 1300 mm/anno (Figura 1) ed il rapporto sarebbe del 30% circa. Non si tratta però di un valore particolarmente significativo. Valori storici decisamente più alti si sono avuti in altri eventi italiani del passato (vedasi Mazzoglio et al., 2020).

Figura 1 – Climatologia della zona: a sinistra la distribuzione delle medie degli estremi; a destra mappa delle piogge annue. La stella indica la posizione della stazione di Cantiano. Come si vede, nell’intorno della stazione le medie degli estremi risultano molto simili a quella della stazione considerata.

2 – Quali indicatori rappresentano efficacemente la rarità dell’evento?

Gli addetti ai lavori usano come classificazione di rarità il “periodo di ritorno” dell’evento, ovvero una misura di quanto “mediamente” si dovrebbe attendere per avere un superamento delle intensità rilevate. Tale nozione si presta ad un uso spesso improprio, per cui si ritiene più chiaro porre la rarità in termini di “probabilità di superamento” del valore osservato. Una probabilità di superamento dell’1% di un valor osservato indica un evento più raro rispetto ad un altro che ne abbia una del 5%. Da cosa si ottengono queste probabilità?

L’attribuzione della rarità statistica di un evento deriva dall’elaborazione dei dati storici misurati nella stessa stazione. Qui nasce un problema, che diventa molto serio quando i valori misurati non solo sono dei record storici nella stazione, ma sono anche notevolmente più elevati del precedente record. Come si vede in Figura 2, per la durata di 1 ora il record precedente era stato raggiunto nel 2017. In gergo tecnico questi nuovi valori “eccezionali” si chiamano “outliers”. Essendo tali valori apparentemente “estranei” rispetto a tutti quelli che li hanno preceduti, usare le “regole” che vigevano fino all’apparire del nuovo valore presenta forti incertezze. Una discussione sulle difficoltà della determinazione di questa probabilità di superamento si può trovare in Laio et al., 2010. Allora, come si può procedere senza incorrere in grandi complicazioni?

Figura 2 – Serie storica dei massimi annui di precipitazione per 5 diverse durate (1, 3, 6, 12 e 24 ore) del pluviometro di Cantiano, con indicazione degli estremi registrati nell’evento del 15 settembre.

3 – Il confronto tra i valori di “Severità Relativa” dei record storici italiani

Grazie al lavoro svolto nel compilare il database I2-RED è possibile fornire elementi oggettivi che possono dare una misura comparativa della rarità dell’evento delle Marche. Vediamo come, definendo la Severità Relativa (SR) osservata di un evento pluviometrico.

Stabilita una durata di riferimento, ad esempio 3 ore, questo indicatore è costruito come rapporto tra l’altezza di pioggia (massima) osservata in 3 ore durante l’evento e la media dei valori massimi annui storicamente osservati in 3 ore.  Nel caso dell’evento osservato a Cantiano tale rapporto è pari a 256.6/37.7 = 6.81.

Da dove deriva il dato al denominatore? È estratto dalle serie storiche delle osservazioni effettuate dal pluviometro di Cantiano, serie che hanno una lunghezza di più di 70 anni, quindi estremamente lunghe ed affidabili nel contesto italiano. Ripetendo questa operazione per le altre durate i risultati sono:

  • per la durata di 1 ora, SR = 3.82;
  • per la durata di 3 ore, SR = 6.81;
  • per la durata di 6 ore, SR = 7.87;
  • per la durata di 12 ore, SR = 6.29;
  • per la durata di 24 ore, SR = 4.72.

Affinché si possa avere un’idea dell’enormità di questi valori, abbiamo rifatto la stessa operazione per gli eventi pluviometrici che hanno segnato -recentemente- i record assoluti di sempre in Italia.

DURATA 1 ORA: record storico 181 mm a Vicomorasso nel 2011.

  • Media, calcolata prima del dato del 2011: 52.8 mm.
  • SR = 3.43.

DURATA 3 ORE: record storico 377.8 mm a Urbe – Vara Superiore nel 2021.

  • Media, calcolata prima del dato del 2021 = 114.0 mm.
  • SR = 3.31.

DURATA 6 ORE: record storico 496 mm a Montenotte Inferiore nel 2021.

  • Media, calcolata prima del dato del 2021 = 93.4 mm.
  • SR = 5.3.

Da un veloce sguardo a Figura 3, che mette a confronto le Severità Relative dell’evento di Cantiano con quelle dei tre record italiani di 1, 3 e 6 ore, emergono chiaramente le caratteristiche di rarità dell’evento delle Marche.

Figura 3 – Severità relative dell’evento di Cantiano, Vicomorasso, Urbe – Vara Superiore e Montenotte Inferiore.

4 – Considerazioni sulla rarità dell’evento

Sulle basi documentali sopra riportate si può facilmente immaginare l’entità del fattore “sorpresa” che tale evento ha suscitato in coloro che vivono e operano nell’area colpita il 15 settembre.  Al confronto, in Liguria, luogo dove molti record italiani sono stati registrati e più volte superati, le piogge molto intense rappresentano qualcosa con cui la popolazione sta facendo i conti già da molti anni. Le medie molto più alte lo testimoniano chiaramente.  

Anche prima di attendere valutazioni di dettaglio sulla natura fenomenologica dell’evento delle Marche, il solo confronto tra i valori misurati e quelli derivanti dalla climatologia storica della zona mostrano come ci siano pochi dubbi sul fatto che ci si trovi davanti ad un evento assolutamente straordinario in termini di Severità Relativa sul territorio italiano. La collocazione (definita “insolita” dai meteorologi) del temporale autorigenerante testimonia proprio questo. In termini di adattamento al cambiamento climatico, eventi di questo tipo richiedono nuovi ed importanti impegni di ricerca, sviluppo delle metodologie e preparazione della popolazione.

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