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Come stanno cambiando le piogge estreme in Italia?

Negli ultimi decenni, gli eventi di pioggia estrema stanno attirando sempre più attenzione per il loro impatto sulla vita dell’uomo, sulla sicurezza delle infrastrutture e sui danni all’ambiente e agli ecosistemi (Figura 1).

Capire se e come le precipitazioni estreme stanno cambiando non è semplice, soprattutto in un Paese così complesso dal punto di vista geografico e meteorologico come l’Italia.

Figura 1 – Alcuni esempi di eventi estremi di precipitazione avvenuti negli ultimi 20 anni in Italia.

In un recente studio, condotto da Paola Mazzoglio, Alberto Viglione, Daniele Ganora e Pierluigi Claps, sono stati utilizzati tutti i dati relativi alle piogge intense nel nostro Paese per individuare eventuali segnali di cambiamento nel tempo (Mazzoglio et al., 2025).

Uno studio basato su osservazioni dirette

A differenza di molte ricerche che utilizzano dati di rianalisi (cioè modelli che ricostruiscono il clima passato e le principali variabili meteorologiche combinando osservazioni e simulazioni numeriche) o output di modelli climatologici, il nostro studio si basa esclusivamente su osservazioni di stazioni pluviometriche. Questo approccio permette di ottenere risultati più affidabili e dettagliati, evitando possibili distorsioni dovute al modello utilizzato. I dati analizzati provengono dal dataset I2-RED (Improved Italian – Rainfall Extreme Dataset; Mazzoglio et al., 2020), il più ampio archivio di piogge estreme in Italia, che raccoglie più di 5.500 serie storiche acquisite dal 1916 al 2022.

Piogge estreme: aumentano o diminuiscono?

Per analizzare i trend delle precipitazioni, abbiamo utilizzato due metodi:

  1. un’analisi tradizionale basata sul test di Mann-Kendall e sulla stima della Sen’s slope, che ci permette di capire se e quanto le piogge estreme stiano aumentando o diminuendo in ogni singola stazione;
  2. un’analisi distribuita con quantile regression, che suddivide il territorio in una griglia a maglia regolare e applica un’analisi statistica con copertura temporale e spaziale più uniforme, tenendo conto di tutte le misurazioni disponibili in una determinata area.

Cosa abbiamo scoperto?

I risultati confermano che non esiste una tendenza uniforme in tutta Italia, similmente a quanto osservato in precedenti lavori (Libertino et al., 2019; Mazzoglio et al., 2022). Emergono invece pattern regionali distinti: alcune aree mostrano un aumento delle precipitazioni più intense, mentre altre evidenziano una stabilità o addirittura una lieve diminuzione (Figura 2).

Figura 2 – Risultati dell’applicazione della quantile regression sul periodo 1960-2022. La mappa di sfondo mostra la variazione percentuale degli estremi su 10 anni per durate di 1 e 24 ore e per quantili pari a 0.5 (estremi “ordinari”) e 0.99 (estremi “più rari”). I punti sovrapposti alla mappa di base indicano il p-value della regressione (il bianco indica una regressione statisticamente significativa – livello di significatività pari al 5% – mentre il grigio indica una regressione non statisticamente significativa).

Un aspetto particolarmente interessante riguarda l’entità dei cambiamenti in funzione dell’intensità delle precipitazioni:

  • le piogge estreme “ordinarie” (che corrispondono alla mediana degli estremi di precipitazione) di durata 1 ora stanno aumentando su tutto il territorio italiano, mentre quelle di durata 24 ore stanno aumentando in alcune aree e diminuendo in altre;
  • le piogge estreme “più rare” (che corrispondono al 95° e al 99° percentile) mostrano variazioni molto più marcate rispetto alle piogge “ordinarie”, in alcuni casi al rialzo, in altre verso una riduzione.

Quali sono le implicazioni di questo lavoro?

Il nostro studio dimostra che i cambiamenti nelle piogge estreme sono complessi e altamente variabili a seconda della regione e dell’intensità degli eventi analizzati. Non si può parlare di un aumento uniforme su tutto il territorio, ma piuttosto di una tendenza all’intensificazione degli eventi “più rari” in alcune aree. Questo ha implicazioni importanti per la sicurezza idrogeologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici, sottolineando l’importanza di continuare a monitorare e aggiornare le conoscenze sulle precipitazioni estreme in Italia. Se gli eventi più estremi stanno diventando più intensi, allora gli strumenti utilizzati per il dimensionamento delle opere idrauliche, come le curve di possibilità pluviometrica, potrebbero non essere più adeguati in futuro in alcune aree. Aggiornare questi strumenti diventa fondamentale per garantire che le nostre infrastrutture idrauliche siano in grado di gestire eventi di pioggia sempre più estremi.

Inoltre, le differenze regionali suggeriscono che non esiste una soluzione unica per tutto il Paese. Le strategie di adattamento climatico dovrebbero essere calibrate in base alle specificità locali, considerando l’evoluzione delle piogge estreme nelle diverse zone d’Italia.

Referenze

  • Libertino A., Ganora D., Claps P. (2019). Evidence for increasing rainfall extremes remains elusive at large spatial scales: the case of Italy. Geophysical Research Letters, 46, 7437–7446. https://doi.org/10.1029/2019GL083371.
  • Mazzoglio P., Butera I., Claps P. (2020). I2-RED: a massive update and quality control of the Italian annual extreme rainfall dataset. Water, 12, 3308, https://doi.org/10.3390/w12123308.
  • Mazzoglio P., Ganora D., Claps P. (2022). Long-term spatial and temporal rainfall trends over Italy. Environmental Sciences Proceedings, 21, 28. https://doi.org/10.3390/environsciproc2022021028.
  • Mazzoglio P., Viglione A., Ganora D., Claps P. (2025). Mapping the uneven temporal changes in ordinary and extraordinary rainfall extremes in Italy. Journal of Hydrology: Regional Studies, 58, 102287. https://doi.org/10.1016/j.ejrh.2025.102287.

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