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Chi sono i volontari che hanno partecipato al progetto SIREN?

Immagina scaffali pieni di vecchi volumi, pagine ingiallite dal tempo, fitte di numeri: sono gli annali idrologici contenenti le misurazioni giornaliere della portata dei fiumi italiani, raccolte con cura per decenni. Un patrimonio enorme per chi studia l’acqua, i cambiamenti climatici e la gestione delle risorse idriche.

Il problema? Questi dati esistono ma sono chiusi nei libri, stampati su carta, difficili da consultare e impossibili da analizzare in modo automatico.

È qui che nasce il progetto SIREN, un’iniziativa di citizen science che ha coinvolto cittadini volontari nella digitalizzazione di questi dati storici.

Sia prima di iniziare il progetto, sia durante, ci siamo chiesti se davvero ci sono persone disposte a trascrivere a mano migliaia di numeri da vecchie tabelle. Chi sono questi volontari? Cosa li spinge a partecipare a un progetto simile? Sono appassionati di scienza? Studenti? Pensionati? Semplici curiosi?

Per rispondere a queste domande, abbiamo affiancato al lavoro di digitalizzazione una ricerca sociologica: abbiamo analizzato i dati delle attività svolte su Zooniverse (la piattaforma online che ospita il progetto), intervistato alcuni partecipanti e infine lanciato un questionario anonimo.

Cosa abbiamo scoperto?

In breve: i volontari non sono tutti uguali, e le loro motivazioni sono le più disparate:

  • alcuni partecipano per mettere a frutto competenze acquisite nel corso della vita, come la trascrizione e l’inserimento di dati, trovando soddisfazione in un’attività che richiede precisione ma non è troppo impegnativa.
  • altri cercano un’attività tranquilla e rilassante, da svolgere magari durante una pausa dal lavoro o alla sera, come alternativa alla TV o ai social.
  • e poi ci sono gli appassionati di idrologia o di scienza, che scelgono il progetto per interesse personale o professionale.

Anche l’età e il genere influenzano l’esperienza percepita: ad esempio, le donne hanno descritto il progetto come “facile”, “rilassante” ed “accattivante” rispetto agli uomini, mentre gli utenti più anziani tendono a trovare l’attività meno difficile rispetto ai più giovani.
Contro ogni stereotipo, i pensionati rappresentano una parte significativa dei volontari più attivi, mostrando che l’online citizen science può parlare anche a fasce d’età spesso dimenticate dai progetti digitali.

Perché tutto questo è importante?

Perché progetti come SIREN non solo recuperano dati preziosi per la ricerca scientifica ma offrono anche un’esperienza partecipativa che valorizza le persone, il loro tempo e le loro capacità. Capire chi partecipa e perché è fondamentale per rendere queste iniziative più inclusive, efficaci e sostenibili.

Per saperne di più, la pubblicazione scientifica completa è https://doi.org/10.1371/journal.pone.0333091.

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