LE REGIONI HANNO IL COMPITO DI COLLABORARE CON LE PREFETTURE NELLA GESTIONE DI SITUAZIONI DI EMERGENZA PER PROTEZIONE CIVILE La direttiva del Dipartimento della Protezione Civile del Dicembre 1995, recante l'individuazione della "Attività preparatoria e procedure di intervento in caso di emergenza per protezione civile" attribuisce alle Regioni il compito di "collaborare attivamente, attraverso le proprie strutture sul territorio, con gli Organi di Governo mettendo a disposizione personale tecnico per il monitoraggio delle aree interessate dall'evento, l'attivazione, per interventi per il censimento dei danni, delle strutture disponibili". Imamgine
LA GESTIONE DI TALI ATTVITÀ AVVIENE PRESSO LA SALA SITUAZIONE RISCHI NATURALI, STRUTTURA IN GRADO DI PREVEDERE L'INSORGERE DEL RISCHIO E SEGUIRNE L'EVOLUZIONE La gestione di tali attività è svolta presso la Sala Situazione Rischi Naturali che, secondo le linee guida disegnate con il contributo del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR per il Piano Nazionale di Emergenza per il Bacino del Po, concentra e diffonde istituzionalmente i dati meteorologici e di monitoraggio in tempo reale rilevati sul territorio regionale. Per tali caratteristiche di operatività, essa è il punto cui fanno capo i terminali dei sistemi di monitoraggio nazionali della rete del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, cui la Rete regionale fornisce il contributo informativo prevalente.
Viene quotidianamente fornito un servizio di valutazione della situazione meteo-idrologica attesa ed osservata, finalizzato a prevedere l'insorgere e a seguire l'evoluzione di situazioni di precipitazioni critiche al Settore Regionale di Protezione Civile e agli organi territoriali che concorrono alla gestione dell'emergenza.
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IL TERRITORIO REGIONALE È STATO SUDDIVISO IN ZONE DI ALLERTAMENTO A SECONDA DEL LIVELLO DI CRITICITÀ VALUTATO A tale scopo il territorio regionale è stato suddiviso in Zone di Allertamento  sono state individuate particolari situazioni, graduate secondo livelli di criticità crescenti, rappresentative della sintesi degli stati meteorologico, idrologico, nivologico e geologico di una determinata zona di allertamento, derivanti dalla previsione o risultanti dal monitoraggio.
A ciascuna situazione è stato associato un corrispondente scenario di rischio, che ne descrive sinteticamente i possibili effetti, quali l'insorgenza e lo sviluppo di fenomeni di instabilità sui versanti, eventi di inondazione urbana, di trasporto in massa per attività torrentizia, e di alluvionamento causato dalle piene dei corsi d'acqua principali, l'incidenza delle precipitazioni nevose sullo svolgimento delle normali attività umane, sulla base del quale attivare le conseguenti azioni di prevenzione, informazione e salvaguardia. La fase previsionale viene gestita in due momenti, corrispondenti alla formulazione di una previsione meteorologica e di una previsione degli effetti indotti dalle precipitazioni sul territorio regionale; la fase di monitoraggio ha lo scopo di fornire informazioni che accertino oggettivamente la situazione prevista o la aggiornino in funzione di un'evoluzione imprevista del fenomeno meteorologico.
I DOCUMENTI INFORMATIVI VENGONO INVIATI AGLI ORGANI PREPOSTI ALLA GESTIONE DELL'EMERGENZA Le informazioni relative alla situazione, sia prevista sia osservata, vengono rappresentate mediante appositi documenti informativi ed inviate agli organi preposti alla gestione dell'emergenza secondo una specifica procedura, approvata ed adottata nell'ambito dell'Unità di Crisi Regionale .