THEA CORRADO

La valutazione delle modalità con le quali possono essere utilizzate le acque superficiali si basa principalmente sulle informazioni relative al deflusso, misurato in sezioni dei corsi d’acqua appositamente attrezzate.

Per queste valutazioni molto spesso si adoperano le curve di durata delle portate che forniscono  il periodo di tempo per il quale una determinata portata viene superata, se il periodo di riferimento è di un anno dalla curva si ottiene l’effettiva durata in termini di giorni dell’anno.

Oltre a queste caratteristiche è utile ricostruire e presentare in modo sintetico gli aspetti di stabilità e regolarità delle portate.

In questo lavoro si propone una metodologia per la definizione delle suddette caratteristiche dei deflussi fluviali per i corsi d’acqua alpini, prendendo in considerazione un insieme di 102 bacini piemontesi, valdostani e svizzeri.

Alla base dell’analisi vi è la selezione, per tutti i bacini considerati, di una serie di indici idrologici finalizzata a descrivere dal punto di vista quantitativo le caratteristiche di stagionalità e regolarità  dei deflussi. Gli indici sono calcolati a partire dalle serie storiche di deflussi medi giornalieri e vengono scelti in base ad alcune peculiarità quali  la sinteticità e la rappresentatività.

In particolare si sono determinati alcuni indici idrologici di stabilità e regolarità dei deflussi come l'Indice di perennità, la Data mediana (giorno dell'anno in corrispondenza del quale si ha la metà del volume totale defluito), la Pendenza della curva di durata log-normale, il Coefficiente di variazione delle portate (medie giornaliere e medie mensili), e l'Indice di regolarità (derivato dalla costruzione delle curve di durata e di utilizzazione del corso d'acqua).

Per quanto riguarda gli indici di stagionalità si sono presi in considerazione l'Entropia Informativa e i coefficienti della serie di Fourier che approssima il regime idrometrico medio mensile. Inoltre si sono valutati gli apporti al deflusso dovuti alle componenti sotterranee e alle caratteristiche idrogeologiche dei bacini considerati attraverso la determinazione dell'Indice di deflusso profondo (DFI).

Attraverso procedimenti di regressione multipla gli indici vengono messi in relazione con i diversi parametri morfometrici e climatici dei bacini con lo scopo di individuare l’eventuale effetto delle e le caratteristiche fisiche dei bacini idrografici sui regimi idrometrici e sui fattori di stabilità dei deflussi.

I parametri morfometrici vengono calcolati a partire da un modello digitale del terreno, attraverso una procedura automatica messa a punto nell’ambito del progetto di ricerca CUBIST (http://www.cubist.polito.it).  

Valutazioni qualitative relative alla distribuzione geografica degli indici possono essere fatte attraverso delle mappe di variabilità spaziale costruite per tutta l’area interessata dallo studio.

Il calcolo di un insieme di indici sintetici e la determinazione delle curve di durata per ognuno dei corsi d'acqua e dei bacini idrografici considerati permette di effettuare un’analisi dettagliata dei regimi idrometrici e di fornire uno strumento semplice ed immediato per lo studio quantitativo dei caratteri di variabilità dei deflussi.

Inoltre è possibile verificare come l’influenza di alcuni dei parametri geomorfo-climatici sui deflussi sia molto significativa, in particolare le relazioni tra l’indice di deflusso profondo (quindi le caratteristiche idrogeologiche del bacino) con la regolarità delle portate e la relazione tra l’andamento della quota media del bacino con la variabilità stagionale dei regimi idrometrici.

L’analisi qui effettuata a partire dalle serie storiche di portate medie giornaliere e dalla caratterizzazione morfo-climatica dei bacini conferma la validità della metodologia proposta per lo studio dei fattori di stabilità e regolarità dei deflussi in ambito alpino.