CANIO SILEO
Obiettivo di
questo lavoro è la valutazione delle possibilità di impiego di dati satellitari
AVHRR per la stima indiretta del contenuto d’acqua del suolo. La conoscenza
dell’umidità del suolo riveste un ruolo importante per la stima delle portate
di piena in sezioni fluviali in quanto permette di definire lo stato di
saturazione del sistema bacino idrografico e quindi fornisce un valido supporto
alla determinazione della risposta alla sollecitazione meteorologica.
L’applicazione di tecniche di telerilevamento, per la ripetitività delle misure
e la copertura a scala sinottica, unitamente alla disponibilità di nuovi
sensori capaci di esplorare regioni sempre più ampie dello spettro
elettromagnetico, sta assumendo un ruolo sempre più importante
nella valutazione di questo parametro a causa dell’onerosità delle misure
puntuali e soprattutto dell’elevata variabilità spaziale e temporale che
caratterizzano tale parametro. A questo scopo si è approfondita la possibilità
di usare i dati del sensore AVHRR (Advanced Very High Resolution
Radiometer a bordo dei satelliti NOAA),
caratterizzati da buona risoluzione spaziale ed elevata ripetitività. L’uso di
questi dati radiometrici è tipicamente legato alla determinazione del contenuto
d’acqua del suolo quale fattore direttamente legato alla sua temperatura
superficiale. Il contributo qui fornito tende a rivalutare il ruolo
dell’inerzia termica del suolo come stimatore indiretto della sua umidità. La
metodologia adottata si appoggia al calcolo dell’ATI (Apparente
Thermal Inertia), parametro che è stato valutato su dieci aree di forma
quadrata, scelte intorno a stazioni termo-pluviometriche del Servizio
Idrografico e Mareografico Nazionale. Le aree sono state individuate cercando
di circoscrivere zone ad uniforme uso del suolo, per il quale è disponibile una
cartografia derivante dal progetto CORINE LAND COVER. I dati meteorologici sono
stati utilizzati per ottenere una stima indipendente dell’umidità del suolo,
attraverso l’API (Antecedent Precipitation Index). Le differenze in quota ed
uso del suolo tra le 10 aree hanno consentito di osservare differenze nelle
relazioni tra ATI ed API, fondamentalmente legate al differente uso del suolo.
Considerando
alcuni eventi di precipitazione che hanno contemporaneamente interessato tutte
le aree considerate, è emersa un andamento nel tempo dell’inerzia termica
pienamente relazionato alla precipitazione antecedente. Inoltre si riconosce
durante le fasi successive alla precipitazione un evidente condizionamento da
parte della copertura del suolo. Per approfondire l’effetto della vegetazione è
stata fatta una stima del contenuto d’acqua del suolo anche attraverso un
rapporto combinato di uso del suolo e temperatura superficiale, utilizzando
l’indice NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) e la LST (Land Surface
Temperature), parametri entrambi desunti da dati del sensore AVHRR/NOAA.
Ne è risultata una chiara differenziazione della modalità e dell’entità della variazione di temperatura superficiale specificamente legata all’indice vegetazionale NDVI. Da questi risultati emerge una consistente potenzialità rispetto all’uso combinato di inerzia termica e coppia (LST, NDVI) per l’analisi continua dell’umidità del suolo.