FRANCO
COLLE’
Nell’ambito della tesi ”Metodi di rappresentazione della formazione dei
deflussi fluviali in ambiente montano” sono stati trattati i principali processi che intervengono nella formazione della portata in
bacini alpini.
L’intero studio, che per essere effettuato
necessitava di dati reali, è stato eseguito sul bacino valdostano,
caratterizzato da un ambiente montano con forti dislivelli di quota ed
interessato da tre eventi alluvionali: settembre 1993, luglio 1997 e ottobre
2000.
Notevoli sono state le difficoltà avute nel reperire i dati di
temperatura e precipitazione, infatti esistono tre
diversi enti che li gestiscono e non sono raccolti quindi in un’unica banca
dati.
Inoltre, numerosi sono i dati che non erano ancora
stati validati e che di conseguenza, per essere utilizzati,
necessitavano di un’analisi preliminare ed una successiva eliminazione degli
elementi forniti dalle stazioni considerate sospette.
Particolare attenzione è stata dedicata alla stima della distribuzione spaziale
della temperatura: ricorrendo agli esperimenti trovati in letteratura ed altre
valutazioni relative agli eventi considerati, si è
osservato che la stessa ha una variazione con la quota anche molto diversa dal
valore standard di
Le problematiche di spazializzazione sono state risolte calcolando, per
ogni ora durante gli eventi, un andamento verticale della temperatura media,
tramite un’interpolazione lineare tra i dati termometrici rilevati dalle
singole stazioni. I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti, con
coefficienti di determinazione R2 maggiori di 0,7.
La successiva necessità di determinare il limite delle nevicate ha
richiesto un’analisi approfondita di alcuni concetti:
tale limite, infatti, non coincide con una quota precisa ma è influenzato da
fattori come l’andamento verticale della temperatura negli ultimi
L’ampiezza delle aree non contribuenti per i sedici principali bacini
valdostani è stata valutata mediante l’uso delle curve ipsografiche di ciascuno
di questi ultimi. Per alcuni bacini la curva ipsografica
non risultava disponibile, ed è stata ricavata
utilizzando il programma GIS Arc View. Tali curve, approssimate a polinomiali
di quarto grado, hanno consentito di associare alla quota del limite della neve
un valore di area non contribuente per ciascuna ora
dell’evento alluvionale.
I risultati ottenuti hanno rivelato che durante l’alluvione si sono raggiunti valori percentuali di area non contribuente
pari al 60 % dell’intero bacino valdostano e
addirittura pari all’80 % del sottobacino del torrente Lys e del torrente Ayasse.
L’ampiezza delle aree non contribuenti ha reso
evidente la necessità di utilizzare metodi di rappresentazione della formazione
dei deflussi fluviali che tenessero conto dell’area contribuente variabile.
Ne è derivata la decisione di eseguire
due diverse applicazioni per la determinazione del deflusso, usando prima un
modello idrologico fisicamente basato e semi-distribuito e successivamente un metodo empirico semplificato.
Il modello idrologico utilizzato è l’Hec-Hms versione 3.0 dell’ U.S. Army Corps of Engineers [1], mentre inizialmente
si era cercato di modificare il modello Hec-Hms 2.2 implementando la variazione
oraria delle aree contribuenti durante l’evento con il programma GIS Arc View.
Il modello Hec-Hms nella sua versione più aggiornata, infatti, è in grado
effettuare la separazione pioggia-neve, e di calcolare
eventuali deflussi da scioglimento nivale dovuti a:
- interazione
neve-suolo
- interazione
neve-atmosfera
- pioggia su
terreno innevato
Eseguendo la simulazione si sono ottenuti risultati soddisfacenti e gli
idrogrammi calcolati sono prossimi a quelli reali registrati, mentre nella
simulazione effettuata con la versione 2.2 dell'Hec-Hms (che considerava come
contribuente l’intera area) si era registrata una sovrastima delle portate pari
al 100%.
Occorre rilevare che i parametri da inserire nel recente modello sono
numerosi e di difficile valutazione, inoltre possono influire notevolmente sul
deflusso: ciascun dato ha richiesto pertanto una attenta
analisi, affinché risultasse attendibile il risultato finale.
Nella seconda applicazione è stato adottato il metodo cinematico per
determinare la formazione del deflusso fluviale nel sottobacino della Dora di Rhemes.
Anche in questo caso si è ottenuta una
sovrastima del 120%: si è quindi pensato di modificare il modello empirico in
modo da annullare il contributo dell’afflusso meteorico relativo alle aree con
precipitazione nevosa.
Ne è risultato che il deflusso fluviale
rispecchia l’andamento effettivo delle portate registrate con una sovrastima
massima del 20%.
L’insieme delle elaborazioni effettuate consente una determinazione in
tempo reale delle effettive aree contribuenti durante un evento di piena e,
come tale, ben si presta ad essere inserita in procedure robuste (di prima
approssimazione) per la stima in continuo delle portate.
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI:
[1] U.S. Corps of Engineers Institute for
Water Resources, Hec-Hms Version 3.0
User’s Manual, December 2005, published online in http://www.usace.army.mil.
[2] Barry R. G., Mountain weather and climate. 2nd edition, Routledge,