BELLO PAOLO
Una delle principali
finalità di questa tesi è quella di fornire una panoramica il più completa
possibile degli eventi alluvionali che si sono verificati nel territorio preso
in esame e considerato, nel presente caso la Valsesia (e in particolare la zona
a monte di Varallo). Una panoramica di questo tipo, destinata agli addetti ai
lavori ma soprattutto al largo pubblico, mira ad aumentare la consapevolezza
che:
·
!
gli eventi alluvionali sono fenomeni naturali ineliminabili che si manifestano
ciclicamente con una certa regolarità;
·
!
gli eventi si manifestano in un ripetersi cadenzato, con maggiore o minore
intensità ma con meccanismi simili fra di loro;
·
!
gli effetti al suolo prodotti dai vari eventi sono di norma confrontabili:
medesime località vengono colpite ripetutamente negli anni con modalità tra di
loro analoghe.
Il rischio generato da
eventi alluvionali deriva da fenomeni decisamente poco noti alla popolazione e
viene di norma affrontato, dalle popolazioni stesse, tramite il ricorso ad
atteggiamenti emozionali che spaziano dall’allarmismo estremo alla negazione ed
al rifiuto dei fenomeni stessi. L’evento alluvionale viene di norma percepito
come un evento anomalo ed eccezionale; anomalo in quanto, nelle società
occidentali ad alta tecnologia, molti rifiutano l’evento calamitoso di origine
naturale e ritengono che “se fosse stato fatto tutto quanto avrebbe dovuto
essere fatto” l’evento non avrebbe avuto luogo o comunque non avrebbe avuto
effetti negativi sul territorio; la memoria delle passate calamità è inoltre,
nella coscienza collettiva ed individuale, incredibilmente breve e, in assenza
d’informazione su eventi analoghi occorsi altrove, ogni evento viene percepito
come eccezionale (ovvero: “accade solo qui e solo adesso”). In molti casi le
popolazioni, anche quelle che vivono in aree più soggette al pericolo di
inondazioni e frane, tendono a considerare come remota la possibilità di essere
coinvolte in un evento alluvionale; eventuali zonizzazioni di rischio sono
spesso considerate troppo scientifiche per una chiara comprensione e vengono
quindi ritenute ininfluenti. Se sono in vigore misure che, tramite
Capitolo 2 – Descrizione
sintetica degli eventi 28
regolamenti od imposizioni
di vincoli, tendono a limitare l’uso delle porzioni di territorio
potenzialmente soggette agli effetti degli eventi alluvionali queste vengono
di norma considerate
impopolari e viste come una indebita limitazione della propria libertà; ad
alluvione avvenuta non si esiterà però ad accusare i governi,o chi per loro, di
non essere adeguatamente intervenuti per impedire l’evento.
Altro argomento di interesse
è quello legato alla percezione dell’evento alluvionale, per ovvi motivi legata
essenzialmente agli effetti dell’evento, ovvero ai danni da esso prodotti. È
doveroso ricordare che l’intensità di un evento idrometeorologico e l’entità
dei suoi effetti sono due fattori distinti che non sempre, o non comunque, sono
in relazione diretta; l’entità oggettiva dell’evento è valutabile in funzione
di fattori totalmente naturali (durata ed intensità delle piogge, portate dei
corsi d’acqua, frane per km2, ecc. ) mentre l’entità degli effetti e dei danni
alle infrastrutture è legata a fattori quali l’utilizzo del territorio, la
dinamica dei processi, l’efficacia e la funzionalità delle opere di difesa. In
particolare, maggiore è la diffusione di strutture e manufatti sul territorio e
maggiori saranno, a parità di evento naturale, i danni prodotti.
È quindi opinione non solo
personale che la diffusione di conoscenze sugli eventi alluvionali che hanno
interessato un determinato territorio (nel nostro caso la Valsesia)
contribuisca in maniera determinante a:
! ridurre quegli aspetti di
unicità e di fatalità che, anche a livello di mezzi di comunicazione di massa,
sono normalmente associati ad ogni evento alluvionale;
! mitigare gli allarmismi
ingiustificati, da un lato, e permettere una realistica valutazione degli
effettivi pericoli dall’altro;
! far comprendere alle
popolazioni sottoposte a rischi derivanti da fenomeni alluvionali che le
necessarie misure di difesa non passano unicamente attraverso la realizzazione
di opere ma necessitano soprattutto di un attento uso del territorio e della
conoscenza dei comportamenti e delle procedure da tenersi in caso di calamità.